Viviana Bonura - Born from salt
Viviana Bonura (Palermo, 1999) è un’artista visiva che indaga identità ed esistenza attraverso il corpo. Laureata in Graphic Design all’Accademia di Belle Arti di Palermo, la sua indagine fotografica esplora individuo e collettività in relazione agli spazi e alla loro memoria emotiva. Lavora su confini, liminalità, traumi ereditari e legami tra sogno e realtà.
Ed è proprio il concetto di legame che viene sviscerato e analizzato attraverso l’autoritratto nel lavoro Born from salt: il corpo permette di entrare in contatto con il mondo ed è per questo un veicolo prezioso di conoscenza, sia a livello fisico che a livello cognitivo. L’atto performativo di posizionarsi di fronte alla fotocamera aggiunge un livello in più di analisi, suggerendo una ricerca verso l’individualità che si scontra con le contaminazioni esterne.
Il lavoro è incentrato sulla ricostruzione del sé attraverso il linguaggio artistico dell’autoritratto fotografico, con il desiderio di narrare una condizione di disagio personale in cui il corpo è soggetto e mezzo dis-conoscitivo. L’essere è dubitare e in questo progetto, l’autrice cerca se stessa mettendosi in discussione, esplorando un’altra versione della realtà che esiste. L’ispirazione arriva da testi e racconti che riaffermano tutti quei ruoli femminili legati alla stregoneria o alla divinazione, che fino a qualche decennio fa, erano considerate creature da temere, da nascondere o addirittura in tempi ancora più lontani, da uccidere.
L’Italia è un paese estremamente tradizionalista in cui leggende e misticismi si mescolano alla storicità dei luoghi e riscrivono la memoria collettiva della comunità. Buttarsi dietro il sale significa scongiurare la sfortuna, lanciare alle spalle il malaugurio non appena si manifesta. Allo stesso tempo, il sale è anche un prodotto che favorisce la conservazione e in queste fotografie funge proprio come metafora tra ciò che deve rimanere e quello che invece è estraneo. La figura di femmina messa in atto da Viviana, si muove all’interno di una dimensione sociale e condivisa, intrecciando la sua storia privata con la vita politica vissuta da tante donne con l’obiettivo di autodeterminarsi.
Il contesto territoriale in cui si sviluppa Born from salt è ad una prima indagine, appena percepibile ma con uno sguardo più attento, il legame è forte. Farsi spazio nel mondo dell’arte è per una giovane fotografa un percorso tortuoso, specialmente se cresciuta in una comunità in cui i rituali e le credenze popolari prevalgono sull’innovazione. Da qui scaturisce l’urgenza di raccontare come dal non sentirsi propri si possa trovare uno spazio nel vuoto ed imparare a convivere in un’altra dimensione del reale.
Viviana Bonura - Born from salt
Viviana Bonura (Palermo, 1999) is a visual artist who investigates identity and existence through the body. Graduated in Graphic Design from the Academy of Fine Arts in Palermo, her photographic research explores the individual and the collective in relation to spaces and their emotional memory. She works on boundaries, liminality, inherited traumas, and the ties between dream and reality.
This notion of “connection” is examined through self-portraiture in Born from salt: the body enables contact with the outside world and becomes a precious vehicle of knowledge, both physical and cognitive. The performative act of placing oneself before the camera adds another layer of analysis, suggesting a search for individuality that clashes with external contaminations.
The work centers on reconstructing the self through self-portraiture, aiming to narrate a state of personal discomfort in which the body is both subject and dis-knowing medium. To be is to doubt, and in this project the author seeks herself by questioning her own being, exploring another version of reality that exists alongside the visible one. Inspiration comes from texts and tales that reaffirm female roles linked to witchcraft or divination—figures once feared, hidden, or, in more distant times, killed.
Italy is an extremely traditionalist country where legends and mysticism mix together with the places’ history, rewriting the community’s collective memory. Throwing salt over one’s shoulder wards off bad luck, casting misfortune behind as soon as it appears. At the same time, salt is a preservative, and in these photographs it becomes a metaphor for what must remain and what is foreign. The female figure enacted by Viviana moves within a shared social dimension, weaving her private story with the political experience of many women striving for self-determination.
The territorial context of Born from salt is at first barely perceptible, but with closer attention the connection becomes strong. Carving out a place in the art world is a tortuous path for a young photographer, especially when raised in a community where rituals and popular beliefs prevail over innovation. From this arises the urgency to narrate how, from not feeling at home in one’s own surroundings, one can find space in the void and learn to coexist within another dimension of the real.
@vivianabonura
Substack/vivianabonura
Sofia Giuntini
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